Articolo di Sara Tatti
Normalmente l’avanzare dell’età porta con sé delle preoccupazioni a livello di salute, come la perdita di energie fisiche o di alcune capacità cognitive. È comune a molti anziani, ad esempio, riscontrare dei problemi di memoria o non avere più le capacità di problem solving di una volta.
In certi casi si assiste addirittura ad un declino cognitivo molto elevato, che può portare alla demenza. Anche se questo è in parte determinato geneticamente, ci sono degli aspetti della vita quotidiana su cui è possibile agire per mantenere in forma il cervello: tutto ciò che ha a che fare con l’istruzione, l’attività fisica e l’allenamento mentale permette di preservare e di potenziare le funzioni cognitive.
Tra questi, un elemento che può riguardare uno o anche tutti questi ambiti è il lavoro. Diversi studi hanno indagato il ruolo dell’occupazione sulle funzioni cognitive dimostrando la sua importanza a livello mentale.
L’importanza del lavoro
In particolare, una ricerca recentemente pubblicata esamina l’associazione tra la stimolazione cognitiva e il rischio di demenza. I risultati mostrano che le persone che svolgono lavori mentalmente stimolanti hanno meno probabilità di sviluppare demenza in tarda età rispetto a quelli con lavori cognitivamente meno impegnativi. Ciò vuol dire che chi ha un lavoro con responsabilità, molte richieste e diverse decisioni da prendere ha qualche possibilità in meno di andare incontro a un grave declino cognitivo, indipendentemente dall’età, dal sesso, dal livello di istruzione e dallo stile di vita.
Lo studio ha inoltre dimostrato che la stimolazione cognitiva è legata a bassi livelli di tre proteine plasmatiche che inibiscono l’assonogenesi e la sinaptogenesi, ovvero la formazione di nuove connessioni tra neuroni. Queste proteine, in grandi quantità, creano problemi alla memoria, all’apprendimento e ad altri processi cerebrali; quindi, minore è la loro presenza nel nostro corpo, migliore sembra essere la nostra salute cognitiva.
La pensione e il declino cognitivo
Un recente studio condotto in Germania ha preso in esame la salute di 20.000 pensionati americani tra i 55 e i 75 anni e ha dimostrato che lavorare fino a 67 anni riduce del 30%-34% il deterioramento mentale. Un’ occupazione a tempo pieno fino a quest’età, in particolare, è vantaggiosa per la salute cerebrale di chi svolge attività a bassa complessità cognitiva; per i lavori cognitivamente stimolanti, invece, il pensionamento non è associato ad un deterioramento cognitivo accelerato (ref.).
Altre attività per preservare la funzionalità cognitiva
In alternativa al lavoro, al fine di rallentare il livello di declino cognitivo in terza età, è utile svolgere attività socialmente e intellettualmente coinvolgenti, come il volontariato (ref.). Ma anche il “semplice” ruolo da nonni richiede delle capacità cognitive che preservano la salute cognitiva, mentale e fisica (ref.).
Un altro aspetto che gli studiosi hanno scoperto essere rilevante per preservare le funzioni cognitive è l’utilizzo di internet. Nonostante vengano spesso sollevati dei dubbi sulle conseguenze a livello mentale della navigazione sul web, uno studio ha scoperto che l’impiego del computer migliora la memoria, l’attenzione, le capacità spaziali e il problem solving nelle persone anziane.
L’esperimento è stato condotto dai ricercatori del Trinity College di Dublino su più di 2.000 pensionati provenienti da diversi paesi europei. Ai partecipanti è stato chiesto di richiamare un elenco di 10 parole immediatamente dopo averle udite e poi a distanza di cinque minuti. I risultati hanno mostrato che i pensionati che utilizzano maggiormente internet ottengono dei punteggi più alti nel test, ovvero riescono a memorizzare più parole. Non si sa, ancora, quali compiti online nello specifico migliorino le prestazioni cognitive, ma in generale navigare sul web è un altro fattore che in età pensionistica riduce il livello di declino cognitivo.
In conclusione, possiamo sostenere che:
– Chi conduce un lavoro cognitivamente impegnativo e stimolante ha dei benefici a lungo termine sulle sue funzioni cognitive,
– Una vita lavorativa più lunga offre dei vantaggi sulla salute cognitiva,
– Attività socialmente e intellettualmente coinvolgenti in età avanzata rallentano il declino cognitivo.
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