Cinque consigli scientifici per migliorare lo spazio di lavoro

Sono sempre di più le persone che scelgono, per preferenza personale o per esigenze aziendali, di lavorare da remoto. Indipendentemente dal luogo in cui lavoriamo, tutti noi possiamo mettere in pratica alcuni semplici accorgimenti per migliorare il nostro ambiente di lavoro e per ottimizzare, di conseguenza, la nostra produttività.
Di seguito alcuni efficaci accorgimenti che non richiedono l’acquisto di prodotti o attrezzature specifiche e che sono estremamente utili per:

  • Mantenere la vigilanza e la concentrazione più a lungo
  • Migliorare la postura e ridurre i dolori al collo e alla schiena
  • Favorire specifici stati mentali (creatività, logica, ecc.) necessari per il lavoro che si sta svolgendo

Suggerimento #1 – Sedersi o stare in piedi?

Ci sono persone che prediligono lavorare in piedi, e persone che invece preferiscono stare sedute. Alcune recenti ricerche [1] sostengono che l’approccio corretto è quello di non optare per l’una o per l’altra possibilità, ma piuttosto di combinarle, alternando i momenti di lavoro in piedi ai momenti di lavoro seduti. È bene organizzare la scrivania e lo spazio di lavoro in modo da poter lavorare seduti per un certo periodo di tempo (circa 30 minuti) e poi passare agevolmente a lavorare in piedi (per 10-30 minuti), per poi tornare a sedersi.
Le ricerche dimostrano anche che è una buona prassi fare una passeggiata di 5-15 minuti dopo ogni 45 minuti di lavoro.
Non è necessario acquistare una scrivania specifica per lavorare in piedi. Il nostro pensiero creativo ci insegna che ci sono molti modi per trasformare una scrivania standard in una scrivania ibrida, ad esempio apponendo delle scatole robuste o delle alzate in legno al piano di lavoro quando si vuole lavorare in piedi.

Suggerimento #2 – Il momento giusto

Il nostro corpo e il nostro cervello non lavorano nella stessa maniera durante l’arco della giornata, ma esistono delle fasi specifiche che ci rendono più adatti a talune attività piuttosto che ad altre.

  • La Fase 1 riguarda la prima parte della giornata (le prime 8 ore dopo il risveglio). Il cervello produce diverse sostanze chimiche (neurotrasmettitori) come la norepinefrina, il cortisolo e la dopamina, utili per i processi attentivi. L’attenzione può essere ulteriormente aumentata dall’effetto della luce solare, della caffeina e del digiuno. Questa fase, per molte persone, è ideale per il pensiero analitico “duro” e per qualsiasi lavoro particolarmente impegnativo.
  • La Fase 2 si verifica circa 9-16 ore dopo il risveglio. In questo periodo i livelli di serotonina sono relativamente elevati, e questo favorisce uno stato d’animo un po’ più rilassato, ottimale per il brainstorming e il lavoro creativo.
  • La Fase 3 avviene circa 17-24 ore dopo il risveglio, ed è il momento in cui si dovrebbe dormire o cercare di dormire. Durante questa fase è bene evitare di pensare o lavorare intensamente, a meno che non sia estremamente necessario. L’ambiente dovrebbe cominciare ad essere buio o poco illuminato e la temperatura della stanza bassa (il corpo ha bisogno di abbassare la temperatura per prendere sonno e rimanere addormentato).

Suggerimento #3 – Lo schermo (e lo sguardo) nella giusta posizione

Esiste una relazione tra il luogo in cui guardiamo e il nostro livello di vigilanza. Quando guardiamo in basso, si attivano i neuroni legati alla calma e alla sonnolenza. Guardando in alto si ottiene l’effetto opposto.
Stare in piedi e seduti in posizione eretta mentre si guarda uno schermo, o tenere un libro leggermente al di sopra dell’altezza degli occhi mentre lo si legge, genera i massimi livelli di vigilanza. Per avere lo schermo all’altezza degli occhi o al di sopra di essi e non lavorare guardando lo schermo in basso può essere necessario configurare un po’ il proprio spazio di lavoro, ma ne vale la pena per i benefici che ne derivano per la mente e per il lavoro.

Suggerimento #4 – Il giusto sottofondo sonoro

Ad alcune persone piace lavorare in silenzio, mentre altre preferiscono un rumore di fondo. Alcuni tipi di rumore di fondo sono particolarmente indicati per la nostra produttività. Lavorare con un rumore bianco, rosa o marrone in sottofondo può essere utile per sessioni di lavoro di massimo 45 minuti, ma non per sessioni di lavoro di ore. Quindi, usateli di tanto in tanto. Sono facili da trovare (e a costo zero) su YouTube o in varie applicazioni.
I battiti binaurali (binaural beats, in inglese) sono un ottimo strumento, supportato dalla scienza [2,3], per mettere il cervello in uno stato migliore per l’apprendimento. Come suggerisce il nome, i battiti binaurali consistono nella riproduzione di un suono (frequenza) in un orecchio e di una frequenza diversa nell’altro orecchio. Funzionano solo con le cuffie. È stato dimostrato che i battiti binaurali (circa 40 Hz) aumentano alcuni aspetti della cognizione, tra cui la creatività, e possono ridurre l’ansia.

Suggerimento #5 – La stanza giusta

Esiste un effetto interessante dell’ottimizzazione dello spazio di lavoro, chiamato “effetto cattedrale”, secondo il quale il pensiero diventa “più piccolo”, cioè più concentrato sull’elaborazione analitica, quando ci troviamo in campi visivi ridotti [4]. È vero anche il contrario; lavorare in spazi con soffitti alti stimola pensieri astratti e creatività, mentre lavorare in spazi con soffitti bassi favorisce il lavoro dettagliato e analitico. In sostanza, sarebbe bene scegliere il luogo di lavoro (inteso come stanza) considerando anche la tipologia di attività che dobbiamo svolgere.

Conclusioni

Quelli descritti sono solo dei suggerimenti che possono andare bene per molte persone, ma non per tutte, naturalmente. Ogni persona è diversa e ha bisogno di spazi, tempi e modalità di lavoro diverse. Ma tentar non nuoce! Mettendo in pratica questi semplici tips, potremmo scoprire che alcuni di questi suggerimenti, magari non tutti, fanno al caso nostro e ci aiutano a migliorare la nostra produttività.

Riferimenti scientifici

[1] https://www.mdpi.com/1660-4601/18/21/11604

[2] https://link.springer.com/article/10.1007/s00221-021-06155-z

[3] https://www.nature.com/articles/s41598-020-63980-y

[4] https://assets.csom.umn.edu/assets/71190.pdf

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