Lo stress cronico può danneggiare la memoria

Ti capita di dimenticare le cose quando sei sotto stress? Ad esempio, non ti ricordi dove hai lasciato le chiavi dell’auto quando sei in ritardo per una riunione? Niente crea vuoti di memoria come lo stress!

 

Uno studio del 2010, ad esempio, ha mostrato che lo stress cronico riduce la nostra memoria spaziale, quella che ci aiuta a ricordare posti e oggetti in essi, come le chiavi della macchina.

stress-1030x538
Alcuni ricercatori della University of Iowa hanno scoperto l’esistenza di un legame tra l’ormone dello stress (il cortisolo) e la perdita di memoria a breve termine. I risultati del loro studio hanno mostrato che il cortisolo riduce le sinapsi (le connessioni tra neuroni) nella corteccia prefrontale degli animali, nell’area del cervello, cioè, in cui si trova la nostra memoria a breve termine.

Ma vi è una differenza tra il modo di elaborare lo stress da lavoro a lungo termine, ad esempio, e lo stress di fare un incidente in auto. La ricerca suggerisce che bassi livelli di ansia possono influenzare la nostra capacità di ricordare, mentre situazioni di ansia molto elevata possono al contrario rafforzare il nostro processo di apprendimento.

Se da una parte, però, momenti di stress acuto possono aiutare il cervello a registrare momenti traumatici (ricordi che vengono immagazzinati in un’area del cervello responsabile della sopravvivenza e che fungeranno da meccanismo di difesa verso traumi futuri), un elevato livello di stress continuato nel tempo può avere effetti devastanti.

Neuroscienziati della University of California di Berkeley hanno scoperto che lo stress cronico può creare cambiamenti a lungo termine nel cervello. Lo stress aumenta lo sviluppo di sostanza bianca, che aiuta la trasmissione di messaggi per tutto il cervello, ma al contempo riduce il numero di neuroni che supportano l’elaborazione delle informazioni.

I neuroscienziati riportano che questo disequilibrio che si crea può avere effetti negativi sulla capacità del nostro cervello di comunicare con se stesso. Questo aspetto può addirittura renderci più vulnerabili allo sviluppo di malattie mentali, come la schizofrenia, la depressione cronica, il bipolarismo, il disturbo ossessivo compulsivo, ecc…

I ricercatori di Berkeley ritengono che i risultati del loro studio possano spiegare il motivo per cui i giovani esposti presto allo stress cronico mostrano maggiori difficoltà nell’apprendimento, sono più soggetti ad ansia e ad altri disturbi dell’umore.

COSA FARE

Per ridurre questi effetti dannosi dello stress, è consigliabile identificare le cause che scatenano lo stress e ridurle. Avere un’alimentazione sana e varia, fare esercizio, dormire a sufficienza e praticare la mindfulness sono senza dubbio attività che aiutano.

Il Mindfulness Lab proposto da Neocogita all’interno del percorso di NeuroEmpowerment interviene proprio sulla capacità di gestione dello stress dei partecipanti in azienda. L’obiettivo è la riduzione dello stress percepito e dell’ansia, con un conseguente aumento del benessere mentale.

Lo stress può sì danneggiare le nostre funzioni cognitive, ma con le giuste attività il cervello sa guarire.

Fonte:

CNN.com

Articoli consigliati

I luoghi di lavoro sono ormai popolati da lavoratori che lottano invano contro lo stress. Le giornate lavorative si ripetono in modo routinario seguendo sempre lo stesso schema, guidato dalla fretta, dalle scadenze imminenti e dagli imprevisti da gestire in tempo zero. Ci si sveglia all’alba, magari dopo una notte di sonno di scarsa qualità, […]

Per molte persone, le riunioni video non-stop sono un segno distintivo dell’era pandemica. Finisce una conversazione, ne inizia un’altra e troppo spesso non c’è la possibilità di alzarsi, sgranchirsi le gambe, bere un bicchiere d’acqua o semplicemente schiarirsi le idee. Lo studio Una ricerca recentemente condotta dallo Human Factors Lab di Microsoft ha cercato di […]

Abbiamo più di cinque sensi L’idea che noi esseri umani abbiamo cinque sensi (vista, udito, olfatto, tatto e gusto) è una convinzione che risale a 2.000 anni fa, ad Aristotele. All’epoca si trattava di un’ipotesi ragionevole, ma le neuroscienze hanno fatto notevoli passi avanti dai tempi dell’antica Grecia. È emerso che abbiamo almeno quattro sensi […]

Vuoi ottenere maggiori informazioni sulla tecnologia TOI™ e sulle possibilità di implementazione in servizi di terze parti?