L’attenzione è una risorsa limitata e dobbiamo trovare il modo di utilizzarla saggiamente.
Il mito del multitasking
Molti di noi cercano di sopravvivere in questo mondo frenetico facendo più cose assieme. La ricerca, però, ci dimostra che non ne siamo in grado. Ovvero, siamo incapaci di elaborare nello stesso momento più input che richiedono un certo livello di attenzione.
Per questo, più siamo impegnati, meno siamo produttivi.
Ma le cose sono ancora più complesse.
Ricercatori della Ohio State University hanno osservato gli effetti del multitasking sui media negli studenti in età da college. I risultati hanno mostrato che le necessità emotive e abituali erano soddisfatte al meglio con il multitasking, anche se le abilità di apprendimento e di pensiero erano ridotte: ciò non significa che fossero più produttivi, ma che erano più soddisfatti dal loro lavoro dal punto di vista emotivo.
Questo tipo di soddisfazione potrebbe essere il motivo per cui spesso ci sentiamo “dipendenti” dal fatto di essere occupati.
Creare l’intelligenza attentiva
Linda Ray, Managing Director di NeuroCapability, utilizza il termine “attentional intelligence” per indicare quel tipo di intelligenza che, se sviluppata, permette di notare senza sforzo ma con consapevolezza (in modo mindful) dov’è la nostra attenzione in qualsiasi momento, per poter scegliere intenzionalmente dove vogliamo che sia.
La nostra mente ha dei limiti. Sappiamo che la parte del nostro cervello responsabile delle nostre funzioni esecutive si stanca facilmente, e sappiamo anche che il cervello è programmato per le novità. L’attenzione selettiva aiuta in parte a compensare i nostri limiti cognitivi, ma come si fa a scegliere dove far andare la nostra attenzione?
Limitare le distrazioni potrebbe essere un buon punto d’inizio. Ad esempio, spegnere il cellulare quando vogliamo essere concentrati davvero su qualcosa. Una chiamata o un promemoria possono avere un impatto sulle connessioni che il nostro cervello cerca di fare per farci venire la geniale idea su come risolvere quel famoso problema. E potrebbero volerci anche 25 minuti per tornare davvero concentrati.
Se ci accorgiamo di esserci distratti, però, non dobbiamo essere troppo severi con noi stessi. È una cosa del tutto normale. Basterà rendersi conto di quando ciò succede e, senza giudicarci, portare la nostra attenzione dove vogliamo che sia.
Un consiglio? Controllare tre o quattro volte nell’arco della giornata, in un momento stabilito, dove si trova la nostra attenzione. Più stiamo attenti alla nostra concentrazione, maggiori saranno le nostre capacità.
Fonte:
NeuroCapability