Insonnia 2.0

Due recentissimi articoli, pubblicati sul “Journal of Organizational Behavior and Human Decision processes”, dimostrano che l’uso dello smartphone nelle ore serali – e specie una volta che si sia già a letto – peggiora sensibilmente la qualità del sonno.

Gli smartphone sembrano progettati apposta per disturbare il sonno” afferma Russel Johnson, professore alla Michigan State University “poiché riescono a tenerci la mente occupata anche alla sera, rendendo più difficile staccarsi dal lavoro  e quindi rilassarsi ed addormentarsi.

Nel primo studio i ricercatori hanno esaminato, tramite questionario, le abitudini d’uso di 82 manager di alto livello americani. Il secondo studio si è invece focalizzato su 161 lavoratori in tutti i campi: dall’infermiera all’operaio, dal cassiere al dentista.

Entrambi gli studi hanno dimostrato che l’uso notturno dello smartphone, soprattutto quando si tratta di lavoro, ha un’influenza molto negativa sulla qualità del sonno, e un impatto altrettanto pernicioso sulla produttività della mattina successiva sul posto di lavoro. Il secondo studio, inoltre, comprende un’analisi comparativa tra i vari dispositivi elettronici che informano, e intrattengono, una larga maggioranza di tutti noi. Dalla quale emerge che, in effetti, peggio di TV, tablet e computer portatili c’è solo lo smartphone.

Il colore della luce

Ma non è soltanto il vivace ambiente interattivo dei nostri dispositivi tascabili a rendere il sonno più ostico, o l’abitudine a portarsi il lavoro persino a letto, dietro lo schermo lucido di un Galaxy piuttosto che di un iPhone. Pare che vi sia un effetto anche d’ordine inferiore, una causalità fisiologica che rende l’utilizzo serale di questi dispositivi, se possibile, ancora più distruttivo per il sonno. Ed è proprio il colore della luce che emettono.

La luce blu, infatti, è la più efficiente nell’inibire la produzione spontanea di melatonina, un ormone naturale che provoca rilassamento e sonnolenza, essenziale per il mantenimento di un ritmo circardiano salubre. “Si tratta quindi di un’arma a doppio taglio” spiega Johnson: “l’uso notturno degli smartphone sembra avere tanto un effetto psicologico che uno fisiologico nella distruzione del sonno. I due fattori, combinati, paiono essere incredibilmente efficienti nel distruggere la funzione di recupero del sonno.

Un uso intelligente

Naturalmente vi sono occasioni, specie per chi svolge un lavoro che implica molte responsabilità, nelle quali è impossibile non utilizzare il proprio smartphone. Alcune volte, semplicemente, è più urgente il lavoro del sonno. Ma non è sempre così: è bene ricordarsi dunque, ogni volta che si usa lo smartphone a letto, la sera, che questo comportamento, molto probabilmente, peggiorerà il sonno della notte a venire. E, di conseguenza, anche il giorno che seguirà la notte: quindici minuti di smarphone la sera ci costeranno una notte inquieta e una giornata con la mente ancora parzialmente intrappolata nelle spire del sonno. Come tutte le cose, la tecnologia va dunque usata con discernimento, e nel caso dello smarphone, a meno di necessità impellenti, se possibile proprio evitata prima di andare a dormire.

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