L’Effetto Neymar – controllo del movimento e attività neuronale

I mondiali di calcio 2014 sono finiti da più di un mese, ma questa storia è comunque interessante. Secondo gli scienziati, Neymar sfrutta l’istinto e non il cervello quando gioca.

Ciò vorrebbe dire che la leggenda brasiliana Neymar da Silva Santos è così bravo da poter giocare anche con il “cervello spento”.

Ma è vero?!

I ricercatori Eiichi Naito e Satoshi Hirose hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) sul cervello del calciatore e hanno pubblicato la loro ricerca su Frontiers in Human Neuroscience con il titolo “Efficient foot motor control by Neymar’s brain”.

 

Tuttavia, lo studio non ha dimostrato che il Brasiliano si muove sul campo come se fosse uno zombie senza cervello, ma i risultati sono stati notevoli. Gli scienziati hanno osservato l’attività cerebrale di Neymar e di altri tre calciatori professionisti, due nuotatori e un calciatore amatoriale mentre svolgevano il compito di ruotare la caviglia destra. Hanno notato attivazioni nella corteccia motoria del piede sinistro in tutti i partecipanti. Ma la misura e l’intensità di quest’attività nel cervello erano minori nei calciatori professionisti rispetto agli altri sportivi, e Neymar aveva i livelli più bassi di tutti.

In altre parole, il giocatore brasiliano ha mostrato una minore attività neuronale rispetto agli altri atleti.

La ricerca ha considerato un semplice movimento, sappiamo benissimo che per giocare a calcio ci vuole molto di più di saper ruotare la caviglia, ma il paradosso di base rimane: si osserva una minore attività cerebrale in persone con più esperienza. Quindi, più un certo movimento è radicato nel nostro cervello, meno dobbiamo pensare ai muscoli da muovere per poterlo compiere.

Naito e Hirose, infatti, riportano che questa teoria è in linea con altre ricerche che hanno dimostrato una minore attivazione delle aree motorie nei musicisti (pianisti e batteristi) nel muovere le dita, rispetto a chi è meno esperto in musica.

Si può presumere, inoltre, che grazie alla capacità del suo cervello di impegnarsi poco nel controllare i movimenti del piede, Neymar abbia le risorse necessarie per concentrarsi sugli aspetti più “cognitivi” del calcio, come l’anticipazione, la previsione o l’individuazione dei movimenti degli altri giocatori.

 

Fonti:

Frontiers

Neuroskeptic

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