Un recente studio dimostra come la meditazione aiuti i pazienti di cancro ad influire sulla struttura del proprio DNA.
“Penso, dunque sono” è forse tra le frasi più famose nella filosofia occidentale.
Secondo il filosofo francese e altri filosofi dualistici, però, nonostante la mente eserciti un certo controllo sulle nostre interazioni con il mondo esterno, vi è una chiara delimitazione tra corpo e mente: le forme materiali sono in realtà solo una dimora temporanea delle anime immateriali. Secoli di scienza, però, ci stanno sempre più dimostrando che corpo e mente sembrano inestricabilmente collegati. E un nuovo studio pubblicato su Cancer da un gruppo di canadesi suggerisce che il nostro stato mentale influisce fisicamente e in modo misurabile su di noi, e nello specifico sul nostro DNA.
La ricercatrice Linda E. Carlson e i suoi colleghi hanno trovato che nelle pazienti di tumore al seno l’impegno in gruppi di supporto e la meditazione minfdulness sono collegati a una lunghezza del telomero costante. I telomeri sono le regioni terminali del cromosoma composti da sequenze ripetute di DNA e aiutano a prevenire il deterioramento dei cromosomi. Un telomero, se corto, non è collegato a specifiche malattie, ma si accorcia in parte con l’età e nelle persone con cancro, diabete, malattie cardiache ed elevati livelli di stress. È preferibile che i telomeri rimangano intatti.
Nello studio della Carlson, le pazienti sopravvissute al tumore al seno sono state divise in tre gruppi. Al primo è stato assegnato un programma di recupero di 8 settimane che comprendeva la mediazione mindfulness e lo yoga, il secondo doveva seguire una terapia di 12 settimane in cui condividere le emozioni e favorire il supporto sociale, mentre il terzo gruppo era semplicemente il gruppo di controllo che ha ricevuto un corso di gestione dello stress di 6 ore. 88 donne hanno completato lo studio ed è stato loro analizzato il sangue prima e dopo gli interventi per confrontare la lunghezza dei telomeri. Questi erano intatti per entrambi i gruppi di intervento, ma più corti nel gruppo di controllo.
Ma i benefici della meditazione vanno ben oltre il mantenimento dei telomeri. Un lavoro precedente della Carlson aveva trovato che la meditazione nei pazienti oncologici è associata a livelli più salutari di cortisolo (l’ormone dello stress) e una diminuzione delle infiammazioni.
Inoltre, come riporta la ricercatrice, le persone sane che seguono sul posto di lavoro programmi di mindfulness per la riduzione dello stress hanno mostrato una maggior produzione di anticorpi per il vaccino antinfluenzale e vi sono studi promettenti sugli effetti della mindfulness anche in pazienti con il virus HIV e il diabete.
Resta da valutare se i cambiamenti telomerici indotti dalla mente sono duraturi, se si possono avere gli stessi risultati anche in pazienti con altri tipi di cancro e in altre condizioni, e quali effetti dell’intervento mentale potrebbero esserci al momento della diagnosi e del trattamento, aspetti sui quali Linda Carlson intende lavorare in futuro.
Fonte: Scientific American