di Giulia Malfatti, PhD
La produttività sul luogo di lavoro, la lucidità e la presenza mentale necessarie per ricoprire con successo posizioni di responsabilità dipendono dalle capacità cognitive del singolo individuo.
Il cervello, che governa e determina il modo in cui un organismo interagisce con il mondo, è tuttavia sottoposto agli stress della vita quotidiana e risente del perpetrarsi di uno stile di vita che non promuove il benessere e abitudini che inficiano le performances. Questo rende più faticoso sostenere i ritmi lavorativi cui si è chiamati.
Lifestyle Assessment: il progetto di valutazione dello stile di vita per Pietro Fiorentini
Consapevole del valore e dell’importanza del benessere dei propri dipendenti, la Pietro Fiorentini S.p.A., azienda vicentina all’avanguardia nella distribuzione e utilizzo del gas naturale, ha incaricato Neocogita s.r.l di svolgere un percorso di Lifestyle Assessment per 21 dei sui manager, con lo scopo di renderli consapevoli degli effetti che il proprio stile di vita ha sull’organismo, e di conseguenza sulle proprie prestazioni lavorative, e di individuare le strategie migliori per innalzare i livelli di benessere psico-fisico.
Il Lifestyle Assessment utilizza due sensori indossabili per monitorare le reazioni fisiologiche agli eventi quotidiani (stress, recupero energetico, sonno) e la sedentarietà durante il corso della giornata.
La misurazione dell’HRV (Heart Rate Variability, variabilità del battito cardiaco)
Con il primo sensore, indossato per 72 ore (due giorni lavorativi e un giorno libero), viene monitorata la variabilità del battito cardiaco (HRV). La misurazione dell’HRV fornisce un quadro dettagliato di quali eventi e/o abitudini vengono percepite come stressanti dal proprio corpo, di quanto e quando l’organismo riesce a recuperare le energie consumate e gli effetti generati dall’attività fisica.
La visualizzazione grafica di una misurazione oggettiva degli effetti del proprio stile di vita sull’organismo ha permesso ai partecipanti di diventare consapevoli delle proprie abitudini, di individuare quelle disfunzionali e, grazie ad incontri restitutivi individuali, di poter adottare le strategie correttive più indicate. Non avendone la consapevolezza, può capitare che una buona abitudine come quella di praticare attività fisica, compiuta però nei momenti sbagliati della giornata, produca effetti negativi anziché benefici sull’organismo. Ad esempio, un’attività fisica troppo intensa verso la fine della giornata è correlata con difficoltà nell’addormentamento e con un cattivo sonno, che induce un accumulo di stanchezza che si ripercuote nelle attività dei giorni a venire. Nel gruppo di riferimento, ha destato scalpore scoprire che, nonostante un adeguato numero di ore di sonno per notte, per più della metà dei partecipanti (62%) il recupero di energie (recovery) non era ottimale.
La misurazione della sedentarietà
Il secondo sensore, registrando la quantità di ore passate seduti, ha permesso ai partecipanti di rendersi conto di quanto il proprio stile di vita sia sedentario. In contrapposizione con l’attività fisica anche moderata, il rimanere seduto a lungo è un fattore di rischio per l’insorgenza di diverse patologie fisiche (diabete, obesità, problemi cardiovascolari, etc.) e disfunzioni cognitive (scarsa attenzione, ridotto problem solving, etc.). Ridurre la propria sedentarietà non implica necessariamente il dover praticare un’attività fisica strutturata, anche piccoli accorgimenti nel luogo di lavoro (prediligere le scale anziché l’ascensore per muoversi da un piano all’altro) possono contribuire a ridurre la quantità di ore che si passano seduti.
Come migliorare il proprio stile di vita
Alla luce dei dati raccolti, è stato possibile fornire delle indicazioni individuali su come correggere le proprie abitudini e delle direttive generali da adottare come buona prassi per migliorare il recupero delle energie, ridurre la sedentarietà nel luogo di lavoro e migliorare il proprio benessere.
È comune ritenere che attività lavorativa e attività quotidiane non debbano contaminarsi l’una con l’altra, ma è sempre più evidente che lo stato psico-fisico degli individui influenza tutti gli aspetti della vita. Diventare consapevoli delle proprie abitudini, dei propri tempi di recupero e del funzionamento dell’organismo umano in quanto macchina programmata per svolgere specifici processi e mantenere l’equilibrio omeostatico, è un passaggio fondamentale per potenziare le proprie capacità a livello lavorativo, per salvaguardare la propria salute e migliorare la propria qualità della vita.